Quando una coppia sposata si separa, il tribunale può decidere di assegnare un assegno di mantenimento al coniuge economicamente più debole. Successivamente, al momento del divorzio, questo assegno può essere sostituito da un assegno divorzile. Tuttavia, la transizione non è automatica e dipende da criteri distinti. Questo articolo esamina la questione: chi ha ricevuto l'assegno di mantenimento ha automaticamente diritto anche all'assegno di divorzio? Esaminiamo nel dettaglio le caratteristiche e le finalità di questi due istituti.
Scopo dell'assegno di mantenimento
L'assegno di mantenimento è concesso per correggere la disparità economica tra i coniugi separati e ha una funzione compensativa. Serve a equilibrare le condizioni economiche dei due coniugi, fornendo un supporto finanziario al coniuge con meno risorse. Questo assegno funge da "cuscinetto" temporaneo, aiutando il coniuge meno abbiente a sostenersi dopo la separazione, ma ha una durata limitata fino al divorzio. In caso di separazione consensuale, il divorzio può essere richiesto dopo sei mesi; se la separazione è giudiziale, bisogna attendere un anno.
Scopo dell'assegno di divorzio
L'assegno di divorzio si basa su criteri più rigidi rispetto a quello di mantenimento e può avere una durata indeterminata. La sua funzione è principalmente assistenziale: mira a garantire l'autosufficienza economica del coniuge beneficiario, permettendogli di mantenersi autonomamente se non è in grado di farlo da solo. Inoltre, l'assegno di divorzio può compensare il coniuge che, durante il matrimonio, ha rinunciato alla propria carriera per dedicarsi alla famiglia e alla casa, in accordo con l'altro coniuge.
Pertanto, è possibile che chi riceve l'assegno di mantenimento non ottenga l'assegno di divorzio. Ad esempio, una donna che, pur avendo un reddito inferiore rispetto al marito, percepisce uno stipendio sufficiente per mantenersi dignitosamente potrebbe non aver diritto all'assegno di divorzio. Inoltre, se non è in grado di dimostrare di aver sacrificato la propria carriera per il bene della famiglia, potrebbe vedersi negato l'assegno divorzile. Al contrario, una donna che dimostra di aver rinunciato alle proprie aspirazioni professionali per prendersi cura dei figli e della casa potrebbe avere diritto a tale sostegno.
La Giurisprudenza in materia
La Corte di Cassazione e i Tribunali italiani hanno spesso chiarito la distinzione tra assegno di mantenimento e assegno di divorzio. Ad esempio, una recente sentenza della Corte d'Appello di Roma (n. 441/2024) afferma che "i presupposti su cui si fonda il riconoscimento dell'assegno di divorzio sono del tutto diversi da quelli dell'assegno di mantenimento previsto in sede di separazione. L'assegno divorzile ha una funzione assistenziale, compensativa e perequativa, presupponendo che sia accertata l'inadeguatezza dei mezzi economici o l'impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive."
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per concedere l'assegno divorzile, in quanto la richiedente, pur essendo disoccupata, non aveva dimostrato di aver subito un sacrificio personale durante il matrimonio o di aver contribuito alla costruzione del patrimonio comune. Con la sentenza di divorzio che dichiara cessati gli effetti civili del matrimonio, l'obbligo del marito di versare l'assegno di mantenimento decade.
Conclusione
In sintesi, la concessione dell'assegno di divorzio non è automatica per chi ha già ottenuto l'assegno di mantenimento. È necessario valutare caso per caso, tenendo conto dei criteri specifici e delle prove fornite. Se hai bisogno di assistenza legale per questioni riguardanti il diritto di famiglia, contatta il nostro Studio Legale per una consulenza personalizzata.